Nell'officina della musica si tracciano Percorsi di Stile

Dalla Rivista "Sicilia Tempo".

Fra le "note" liete del mondo culturale siciliano, la ritrovata "normalità" operativa dell'Ente Autonomo Orchestra Sinfonica Siciliana è l'evento che ci coinvolge particolarmente, essendo ampiamente noto il nostro pensiero su portata e valore dell'Istituzione e del suo braccio operativo, l'Orchestra, che non di rado abbiamo definito tra i più bei "prodotti" della Sicilia. 
C'è finalmente un Presidente, Alberto Alessi, non solo designato ma già all'opera (appena insediato, ha messo subito sul tappeto due problemi basilari sui quali intende impegnarsi a fondo: creare stabilità, armonia e collaborazione all'interno dell'Ente e fornirlo di un proprio Auditorium adeguato all'Orchestra ed alla sua funzione istituzionale. Insomma, volendo garbatamente giocare sull'estrazione politica del neo Presidente, un'Orchestra Vela della grande musica in Sicilia); c'è un Consiglio d'Amministrazione fresco di nomina e ricco d'elementi preparati e competenti; c'è un Direttore artistico, Giuseppe Cataldo, che lavora già da alcuni mesi e che in tempo reale ha radicalmente capovolto ogni prematura e preconcetta perplessità sulla sua competenza e sulle sue capacità organizzative e programmatorie. 
Il suo ritratto potrebbe essere condensato in due dati obiettivi. Il primo: in soli due mesi ha programmato e definito (il che equivale a "salvato") una Stagione concertistica - la 40° ! - dai contenuti invero assai equilibrati e quanto a repertorio e quanto ad interpreti (basta qui ricordare Uto Ughi per l'inaugurazione, Rudolf Buchbinder, Krilov, la Viktoria Mullova...); il secondo: gli abbonati sono cresciuti di oltre seicento unità. I due dati non possono non essere in relazione. E se questo è vero, come chiaramente appare, c'è da dire che uno degli assunti principali del nuovo direttore - cioè quello di riconciliare l'orchestra col pubblico - ha già registrato un successo su cui pochi erano disposti a scommettere.
E non certo, quindi, per la maggiore presa del programma, la cui impostazione denota, invece, sicura conoscenza delle ragioni interne all'Orchestra, delle sue potenzialità, potremmo anche dire del suo "stato di salute".
Incontriamo questo quarantacinquenne musicista, aperto e cordiale, solo apparentemente timido, ma conscio, invece, delle proprie responsabilità e sicuro di come assolverle. Un Direttore artistico non è una figura astratta - ci dice subito, convintissimo - Né può essere un velleitario. 
Una bella - o elegante o "impegnata" - impaginazione presuppone sempre un dato certo: l'esecuzione. Che deve essere adeguata al brano, al suo Autore, al suo stile, al suo linguaggio. E non dimenticando mai la dovuta attenzione all'interprete. 
Tutto ciò va costruito. Con pazienza, con abilità artigianale. 
L'Orchestra è come un'officina di abilissimi artigiani, che deve trovare una propria "identità" in un unicum che diventa la cifra artistica che fa riconoscere, fra le tante, quell'Orchestra, con quelle specifiche caratteristiche esecutive. E allora bisogna riprendere il discorso dal recupero della tradizione, non per tornare indietro, ma perché il suo approfondimento stilistico da corpo ai singoli valori di ciascun orchestrale e dell'Orchestra nel suo complesso. Il Direttore artistico deve incidere sul "suono" dell'Orchestra e l'ascoltatore deve essere abituato ed aiutato a capire quel "suono", diverso per Haydn e per Beethoven, per Mozart o per Brahms o per Mahier.
Altrimenti, si esegue musica solo per ascoltare armonie e belle melodie, non stili. Non c'è nulla se non c'è la ricerca dello stile. 
Questo è quello che. mi prefiggo di fare. Il potenziale esecutivo dell'Orchestra è ottimo. Ma deve diventare anche un "collettivo" ottimo. E per questo occorrono delle fasi, dei passaggi obbligati con una modularità del percorso di lavoro all'interno della musica: compito di un direttore artistico consapevole ma - che non si sottovaluti - anche "stabile". 
Il discorso c'intriga e ci fa insistere sul tema: noi siamo anche orgogliosi di avere un'Orchestra che ha dato straordinari risultati nell'esecuzione di musica contemporanea. Grazie all'Eaoss ed all'Orchestra Siciliana si è realizzata una parte considerevole della nostra educazione alla Nuova Musica o a quella del Novecento toucourt. 
"È vero, e tutto questo rimane come patrimonio storico dell'Orchestra. 
Ma non basta. Il nostro compito deve essere anche quello di traghettare l'Orchestra ed il suo pubblico verso il terzo millennio. Noi dobbiamo essere
"innovativi" attraverso il gusto della ricerca, dobbiamo sì cogliere lo spirito dei vari linguaggi e far "crescere" il pubblico attraverso la loro conoscenza e comprensione ma badando - attraverso la valorizzazione ed il rispetto dello stile - a ciò che dobbiamo salvare per decidere "cosa portare nell'altro secolo". Fermarsi a qualche forma di specializzazione, potrebbe anche avere qualche inconveniente e, come ha detto qualcuno che certamente se ne intende, "il percorso alternativo non può essere un alibi culturale". Ritorniamo alla programmazione e rileviamo che non uno solo dei 24 programmi concertistici dei sette mesi coperti dalla Stagione sia... discutibile, per così dire, essendo invece, ciascuno, a suo modo accattivante. Ma a nostro avviso, il gioiellino incastonato nella stagione è quell'Hànsel und Gretel che, in forma di concerto, è la vera e propria strenna natalizia dell'Eaoss per grandi e per piccini. 
"E l'inizio d'un discorso educativo alla musica rivolto ai giovanissimi e per questo stiamo coinvolgendo alcune scuole di Palermo, gl'insegnanti di Educazione musicale, Educazione artistica, di Lettere etc. 
I giovani studenti rappresentano il pubblico di domani ed a loro dobbiamo guardare, anche ricorrendo all'intermediazione di altre forme d'arte e dello spettacolo: le marionette, ad esempio, o, come per Hànsel und Gretel, attori e trampolieri che caratterizzano alcuni personaggi del racconto...". 
Abbiamo la netta sensazione che l'ufficio del Maestro Cataldo stia diventando una seria fucina d'idee. E ne abbiamo subito la conferma con l'enunciazione di un progetto a dir poco esaltante: la creazione di un "Laboratorio d'orchestra e coro per la musica lirico-sinfonica e da camera" (ne riferiamo a parte). Fucina, dicevamo, anzi laboratorio... C'è da credere che i prossimi mesi saranno, molto verosimilmente, ricchi di notizie - speriamo sempre più promettenti - per l'Eaoss, l'Orchestra e quanto attorno ad essa gravita. E ci sembra anche il caso di rimarcare che il mondo dell'informazione, così ricco di notizie "eclatanti" nei momenti difficili per l'Ente, riprenda a dedicare ampi spazi a questa sua meritoria rinascita che, riguardando un bene "pubblico", ci riguarda dunque tutti, direttamente e molto da vicino. (Pino Schifano)

In progetto anche un laboratorio d'orchestra e coro per la musica lirico-sinfonica e da camera.

Il progetto di un "laboratorio" musicale nasce dall'esigenza di creare un organismo (attualmente inesistente in ambito regionale) con una doppia valenza - formativa ed occupazionale - che dia a centinaia di giovani musicisti, attraverso selezioni annuali, la possibilità di raggiungere quell'alta professionalità qual'è richiesta al musicista, oggi: un vero e proprio centro altamente specializzato per la formazione di musicisti d'orchestra.
Un laboratorio (scuola-lavoro), insomma, che metta in grado giovani, prevalentemente siciliani, di andare incontro alle scadenze comunitarie con serenità, perché professionalmente capaci di competere in campo europeo. 
Un progetto così concepito potrebbe diventare rappresentativo di una regione europea e al centro del Mediterraneo come la Sicilia, che senta il dovere di promuovere, sostenere e valorizzare i propri prodotti, compresi quelli culturali, che costituiscono elementi insostituibili della propria identità.