Giuseppe Cataldo, conductor
Giuseppe Cataldo, palermitano, inizia giovanissimo la carriera artistica, prima come esecutore nei vari generi, lirico-sinfonico, cameristico e jazzistico; poi si dedica prevalentemente alla direzione d'orchestra.
Impegnato sia nel repertorio lirico che in quello sinfonico, ha diretto importanti orchestre: Berliner Symphoniker, Munchner Symphoniker, Israel Symphony Orchestra, Praga Philharmonia Orchestra, Singapore Symphony Orchestra, Honolulu Symphony Orchestra, Bratislava Symphony Orchestra, Hamilton Philharmonic Orchestra, Kosice Philharmonic Orchestra, Slovenian Philharmonic Orchestra, Aachen Symphony orchestra, Orchestra Sinfonica dello Stato del Messico, Izmir Symphony Orchestra, Orchestra Sinfonica di Salonicco, Bilkent Symphony Orchestra, Orchestra Sinfonica Bellas Artes di Citta del Messico, Hradex Kralov Philharmonic Orchestra, Orchestra Sinfonica di Puerto Rico, New England Symphonic Orchestra of New York, City Chamber Orchestra of Hong Kong, ecc..
È stato direttore ospite dell’Opera House di West Palm beach ("Madama Butterfly"), della MidAmerica Productions of New York, dell'Opera di Stato di Praga ("Aida"), del Teatro Massimo Bellini di Catania, del Maggio Musicale Fiorentino, del Teatro dell’Opera di Cordoba ("La Traviata"), del Teatro Nazionale Claudio Santoro di Brasilia ("Alzira") ecc…
In Italia è stato inoltre Direttore ospite dell'Orchestra Sinfonica Siciliana, del Festival Pianistico Internazionale "Arturo Benedetti Michelangeli" di Bergamo e Brescia, delle Orchestre Sinfoniche di Sanremo e di Roma, dell'Orchestra Sinfonica della Istituzione Europea, dell'Orchestra Sinfonica dell'Emilia Romagna Festival, dell'Orchestra Giovanile Italiana, e altre ancora. Senza trascurare il repertorio francese, tedesco e russo, l'attenzione di Giuseppe Cataldo è principalmente sull'opera italiana, con un certo interesse anche per il repertorio meno battuto: "Alzira" di Verdi, "Il Campanello" di Donizetti, solo per citare alcuni titoli.
Già direttore artistico dell'Orchestra Sinfonica Siciliana (dal 1998 al 2001 e dal 2008 al 2009), tra gli altri incarichi artistici ricoperti vale la pena di ricordare quello di direttore artistico della "Settimana di Musica Sacra" di Monreale per il triennio 2011-2013; di direttore artistico (per la musica e la danza) e consulente per tutte le attività culturali promosse dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Palermo (2001).
Debitore, per quanto riguarda la tecnica della concertazione, ad Angelo Faja, di cui è stato anche assistente in diverse occasioni. Ha studiato direzione d’orchestra con Donato Renzetti. La sua formazione musicale include gli studi di composizione, direzione d’orchestra, musica corale e direzione di coro, gli strumenti a percussione e il pianoforte complementare alla composizione.
Così hanno scritto di lui- OperaNews Magazine and Sun-Sentinel South Florida: "... La Butterfly presentata dal Teatro dell'Opera di Palm Beach è la migliore produzione che la Florida abbia avuto negli ultimi due anni. Il direttore d'orchestra Giuseppe Cataldo ha diretto una esecuzione straordinaria. Regalandoci una vitale prestazione musicale molto convincente. Cataldo ha trattato la partitura magistralmente, facendo emergere ogni dettaglio in modo chiaro e pulito. Raggiungendo così il climax in modo superbo e mostrando una grande maestria ed eleganza nel fare emergere le onde impetuose del duetto d'amore".(By Lawrence A. Johnson)
Süddeutsche Zeitung: "... Con la Sinfonia del Nuovo Mondo di Dvorak si ritornava a qualcosa di ben noto e qui veniva il grande momento del Direttore e dell'Orchestra. Giuseppe Cataldo, Direttore dell'Orchestra Sinfonica Siciliana a Palermo, limitava all'inizio la sua gestualità col prioritario obiettivo di tenere saldamente insieme i Münchner Symphoniker relativamente all'andamento ed al ritmo. Quanto avesse ragione nel fare ciò, lo dimostravano le molteplici possibilità di rafforzamento espressivo e di incremento dinamico a cui egli poi poteva attingere; ad esempio, la breve spinta in avanti prima della ripetizione del primo movimento otteneva così un immenso significato drammaturgico. E i Symphoniker con le sezioni strumentali che si amalgamavano con morbidezza, precisione e grande slancio realizzavano molto di più del lavoro ben fatto che sono soliti fare: applausi scroscianti per una rappresentazione che ha tenuto in tensione ogni secondo." (By J. Rubner)
From Giuseppe Cataldo's official website.
Così scrivono di lui...
OperaNews ed il Sun-Sentinel South Florida hanno scritto:
"La Butterfly presentata dal Teatro dell'Opera di Palm Beach è la migliore produzione che la Florida abbia avuto negli ultimi due anni. Il direttore d'orchestra Giuseppe Cataldo ha diretto una esecuzione straordinaria. Regalandoci una vitale prestazione musicale molto convincente. Cataldo ha trattato la partitura magistralmente, facendo emergere ogni dettaglio in modo chiaro e pulito. Raggiungendo così il climax in modo superbo. Mostrando anche grande maestria ed eleganza nel fare emergere le onde impetuose del duetto d'amore.(By Lawrence A. Johnson)
Il Palm Beach Daily News ha scritto:
"Per concludere è stata una Butterfly molto soddisfacente, sia dal punto di vista visivo che vocale. I costumi deliziosi, le luci raffinate, la messa in scena geniale e ben eseguita. L'orchestra ha fornito un supporto sostanziale sotto la guida del direttore ospite Giuseppe Cataldo".(By Earl Cunnighan)
Il Miami Herald ha scritto:
"La Butterfly del Teatro dell'Opera di Palm Beach è stata migliore di quella della più recente stagione del Florida Grand Opera".(By James Roos)
"La Sicilia" di Catania ha scritto:
"L'anima slava, si sa, è profondamente appassionata e briosa: gli splendori della sua ispirazione e il calore dei suoi sentimenti sono stati esplorati dal maestro concertatore, Giuseppe Cataldo, con attenzione concentrata sulle riposte pieghe dell'anima nell'esporre la Quinta Sinfonia di Ciajkovskij con accenti mestamente compunti, per liberarsi poi nella festa più primaverile della Pasqua russa di Rimskij-Korsakov e giungere alle angeliche melodie delle Danze polovesane di Alessandro Borodin. Gli ottoni e i legni hanno dialogato con eccellente dinamismo sul commento degli archi con episodi solistici di grande intensità che hanno meritato il plauso particolare del competente uditorio e dello stesso maestro, il quale, giovanissimo, vanta già una carriera di successi dal Maggio fiorentino alle Americhe". (By Sergio Sciacca)
"Suddeutsche Zeitung" ha scritto:
"... Con la Sinfonia del Nuovo Mondo di Dvorak si ritornava a qualcosa di ben noto e qui veniva il grande momento del Direttore e dell'Orchestra. Giuseppe Cataldo, Direttore dell'Orchestra Sinfonica Siciliana a Palermo, limitava all'inizio la sua gestualità col prioritario obiettivo di tenere saldamente insieme i Munchner Symphoniker relativamente all'andamento ed al ritmo. Quanto avesse ragione nel fare ciò, lo dimostravano le molteplici possibilità di rafforzamento espressivo e di incremento dinamico a cui egli poi poteva attingere; ad esempio, la breve spinta in avanti prima della ripetizione del primo movimento otteneva così un immenso significato drammaturgico. E i Symphoniker con le sezioni strumentali che si amalgamavano con morbidezza, precisione e grande slancio realizzavano molto di più del lavoro ben fatto che erano soliti fare: applausi scroscianti per una rappresentazione che ha tenuto in tensione ogni secondo."(By J. Rubner)
Estratto da un articolo sulla Honolulu Symphony Orchestra apparso su Honolulu Star-Bulletin / lunedì, 8 gennaio, 2001. “Il giusto tempo soggetto al gusto”
"Il Tempo ha giocato un ruolo fondamentale nel più recente concerto dell’Orchestra Sinfonica di Honolulu, Arrivano gli Italiani”, con la pianista Marisa Tanzini e il direttore ospite Giuseppe Cataldo, entrambi di Palermo, Italia. Nella seconda parte della serata la Sinfonia No.4 “Italiana” di Mendelssohn”.
Cataldo ha mostrato padronanza dello stile e della struttura. Il suo approccio omofonico nello scolpire l’orchestra conferiva un tocco chiaro e leggero.
Molti i momenti esaltanti: il tema di apertura dei violini; il tema delle viole e dei violoncelli ed il passo fermo dei contrabbassi nel secondo movimento; il corno a coro del terzo movimento; il fugato dei fiati e degli archi nel quarto movimento.
I tempi di Cataldo sono sembrati essere molto giusti, da qui il mistero: è stata la sua eccellente interpretazione a far sì che i suoi tempi risultassero appropriati o furono i suoi tempi a rendere l’interpretazione eccellente?(By Ruth O. Bingham)
Estratto da un articolo sulla Hamilton Philharmonic Orchestraapparso su The Hamilton Spectator/ Entertainment il 4 dicembre 2000.
“Tempesta di applausi si abbatte sulle Quattro Stagioni”
" Il Maestro Cataldo ha sempre ben tenuto in primo piano ed in evidenza il suono delicato e grazioso di Wood. Questo ha voluto dire tenere il “tutti” un po' distante e in scala ridotta piuttosto che rendere le meravigliose pitture musicali di Vivaldi vivacemente immediate ed irresistibili.
Detto ciò, Wood e Cataldo hanno modellato la musica in modo magnifico e sicuramente convincente ed i primi strumenti dell’orchestra sono intervenuti con effetto.
In genere, quando il pubblico applaude tra i movimenti mi fa piacere, significa che c’è gente nuova fra il pubblico e questo è positivo. Ma la claque fu così persistente che si è temuto di avere applausi anche fra un tuono e l’altro durante la tempesta dell’Estate.
Il momento di maggiore interesse della serata è stato quello della Sinfonia in Re di Cherubini. Sinfonia di raro ascolto, un pezzo di enorme fascino che spicca anche in un programma per altri versi già affascinante.
Qui Cataldo è stato libero di modellare la musica e di richiedere all’orchestra coraggio, passione e impegno e lo ha fatto splendidamente.
Cataldo, Italiano di Palermo, è un musicista elegante e di grande guida, con una vasta esperienza e un profondo interesse per la nuova musica. Forse un giorno ci potrà regalare degli altri momenti come questo.(By Hugh Fraser)
L’opera– monthly magazine in the opera world Anno XI n. 111 – September 1997
Palermo: La stagione estiva del Teatro Massimo ha proposto OPERA – LABORATORIO: OMAGGIO A DONIZETTI E MENOTTI
Il Campanello diretto da Giuseppe Cataldo
Estratto: …I pazzi per progetto e Il Campanello, presentati al Palladium di Villa Castelnuovo. Regia curata da Enzo Dara.
"Era sul Campanello che si appuntavano maggiori attese e Giuseppe Cataldo imprimeva energica incisività alla linea strumentale. Nel cast emergevano, localmente, Loredana Arcuri e, per disinvoltura scenica, Alessandro Battiato.(By Sara patera)
Il MediterraneoSabato 16 marzo 1996 "Società & Cultura".
Giuseppe Cataldo e L’Orchestra da camera di Palermo / Xilofono e magie
"A capo dell’Orchestra da Camera di Palermo, Giuseppe Cataldo ha mirabilmente tenuto sotto controllo lo stile graffiante, quasi prokofeviano dei due movimenti esterni del concertino per xilofono e orchestra di Toshiro Mayuzumi. In clima di piena classicità, invece, gli altri due brani in programma: una neoclassicità, quella della Prima sinfonia di Prokofev, una classicità vera quella della Sinfonia n. 86 di Haydn, che ha trovato in Cataldo una lettura severa: sin dalle prime 21 battute, che sfociava poi in una profondità interpretativa nel Largo in sol maggiore; Cataldo ha dato una impennata alla sua perfetta orchestra nell’Allegro con spirito conclusivo, reso con toni energici, ma con intensa drammaticità.(By Sergio Albertini)
Il MediterraneoSabato 22 aprile 1995 "Società & Cultura"
Un doppio Mozart dal suono vellutato: serata maiuscola.
"Successo. Buona la prova dell’Orchestra da Camera di Palermo diretta da Giuseppe Cataldo. In programma anche la Serenata di Dvorak.
Una pulizia di suono da manuale, una precisione metronomica nelle agilità; tutte senza minimi strascichi.
Per l’Orchestra da Camera di Palermo, diretta giovedì sera da Giuseppe Cataldo, un successo non solo di applausi, ma soprattutto e finalmente un successo della musica. Una prova così buona da poter essere ipercritici.
In ordine, il primo brano in programma, il Divertimento in Re Magg. K136 di Mozart, appariva di una lucentezza smagliante: precisione negli attacchi e nelle code, incisivi i passaggi, ben delineati i colori; ancora Mozart nel secondo brano in programma, il concerto K414, pianista Giusi Groppuso, dal tocco perfettamente mozartiano, che, benché qualche piccola emozione nel primo tempo, ci ha regalato uno squisito Rondò.
Anche l’orchestra ha dato qui il meglio di se: impeccabili gli attacchi, caldo e vallutato il corno di Tommaso Santangelo.
Il tutto concluso da un’accorata Serenata per archi di Antonin Dvorak, restituita ad una dimensione intima e cameristica. Anche se di musica da camera non si tratta, si è potuto gustare il tema del primo movimento, ripreso poi nel quinto, e una frase di sapore vagamente rotiano nel quarto tempo.
Un romanticismo ben marcato, mai mellifluo. Gli ingredienti di questa prova, sicuramente apprezzabile, sono tutti giovani: a cominciare dalla pianista, appena ventiseienne, fino a Giuseppe Cataldo, giovane direttore emergente, titolare della cattedra di strumenti a percussione al Conservatorio di Palermo.
E infine l’orchestra, nella quale, a parte qualche musicista preso “a prestito”, serpeggiava in maniera tangibile grande entusiasmo e affiatamento.
Sono gli stessi membri di altre orchestre cittadine, che hanno già in repertorio il programma che eseguivano. Ma giovedì sera hanno messo molta più grinta.(By Santi Centineo)