Da "Musica Jazz" Rassegna Mensile d'informazione e Critica Musicale.
A due anni dal notevole "Picture Number One", Giuseppe Cataldo e Giuseppe Costa confermano di essere un sodalizio tra i più importanti nell'odierno jazz italiano. Tutto in questo nuovo disco marcia alla perfezione, anche perché i due musicisti palermitani sono dei perfezionisti in quel che concerne il lavoro preparatorio. Le composizioni hanno una evidente coerenza interna, a cominciare da Valeria Song, una ballad che per logica e contabilità parrebbe concepita da un Benny Golson.
Gli arrangiamenti investono una certa complessità di disegno, per stabilire incroci e impasti di chiara vitalità. Stavolta, inoltre, si è rivelata importante la scelta dei musicisti: Cataldo e Costa sono andati a Roma e hanno reclutato alcuni tra i più personali solisti oggi in circolazione, il che ha contribuito ad incrementare la mobilità d'assieme. Ne è un esempio il brano Fast Food, che si apre su un singolare duetto di tromboni, evolve verso una specie di Salt Peanuts anni Novanta e finalmente spicca il volo verso lo swing più atletico.
In generale si tratta di un jazz senza aggettivi, che assorbe le più disparate esperienze (da Gil Evans ai Jazz Messengers) per arrivare peraltro ad un quadro molto omogeneo.